BastaBugie n�298 del 24 maggio 2013

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1 ORIGINI E CARATTERISTICHE COMUNI DI NAZISMO E COMUNISMO
Entrambe provenienti dal ceppo socialista, sono ideologie gemelle: un documentario ne svela la vera storia (guardalo su youtube)
Autore: Roberto Marchesini - Fonte: Il Timone
2 UTERI IN AFFITTO: BOOM DI RICHIESTE PER LE COPPIE GAY
Centri specializzati offrono un bebè a misura del proprio egoismo e in perfetto stile eugenetico per soddisfare qualunque esigenza
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
3 ATEA E BESTEMMIATRICE, A 19 ANNI RIMANE INCINTA...
La ragazza ha raccontato la sua storia al convegno del giorno prima della Marcia per la Vita (guarda anche il toccante video di Aaron)
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano
4 L'ATTRICE ANGELINA JOLIE SI FA TOGLIERE I SENI PER PREVENIRE IL CANCRO: E' GIUSTO?
L'uso dei test genetici nasconde un rischio...
Autore: Renzo Puccetti - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
5 SANT'ISIDORO, IL CONTADINO CHE AVEVA CAPITO COME VINCERE LA CRISI ECONOMICA
Non era laureato alla Bocconi, non aveva frequentato la London School of Economics, non frequentava i salotti buoni dell'economia... ma aveva capito bene quale fosse la vera legge del lavoro
Autore: Corrado Gnerre - Fonte: Il Giudizio Cattolico
6 GIORNATA CONTRO L'OMOFOBIA: LA PREDILEZIONE INGIUSTIFICATA VERSO I GAY DISCRIMINA GLI ALTRI
I presidenti della Repubblica, della Corte Costituzionale, della Camera e del Senato si allineano all'ideologia gay dominante
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
7 IL TRIBUNALE VOLEVA OBBLIGARE AD ABORTIRE LA FIGLIA DI UNA DISABILE... CHE INVECE E' NATA SANA E BELLA
I genitori della 32enne disabile mentale ed epilettica hanno dimostrato che poteva affrontare il parto e che lei stessa lo voleva
Autore: Benedetta Frigerio - Fonte: Tempi
8 OMELIA SANTISSIMA TRINITA' - ANNO C - (Gv 16,12-15)
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - ORIGINI E CARATTERISTICHE COMUNI DI NAZISMO E COMUNISMO
Entrambe provenienti dal ceppo socialista, sono ideologie gemelle: un documentario ne svela la vera storia (guardalo su youtube)
Autore: Roberto Marchesini - Fonte: Il Timone, Gennaio 2010 (n.89)

In Italia - e non solo - si utilizza la scorciatoia mentale di identificare come "di destra" i totalitarismi fascista e nazionalsocialista e come "di sinistra" quello comunista; in questo modo i due tipi di regime (quelli sconfitti dalla Seconda Guerra Mondiale e quello vincitore) sembrano essere in contrapposizione, fino a indurre molti a pensare che il comunismo, alleato con Stati Uniti ed Inghilterra, abbia liberato l'Europa dal totalitarismo.
Tutte le colpe sono addossate al totalitarismo "di destra" e a tutte le "destre" precedenti (anche se nulla avevano a che fare con la "destra" fascista e nazionalsocialista), mentre quello "di sinistra" assume (con tutte le "sinistre", anche quelle successive) una connotazione positiva, ed il merito particolare di aver affrontato e sconfitto il totalitarismo europeo.
Si è scritto parecchie volte che "chi vince scrive la storia", e va bene; ma ribaltarla è una faccenda completamente diversa. Accettare che Mussolini ed Hitler siano "di destra" significa accettare l'autoattribuzione di un patentino di superiorità morale ed ontologica da parte delle sinistre.
Ci si dimentica spesso, infatti, che Mussolini era stato socialista, direttore dell'Avanti, e che anche il fascismo si caratterizzò per una ipertrofia dello Stato in ogni campo della vita dei cittadini ("dalla culla alla bara"); che il termine "nazismo" è semplicemente la (fuorviante) centrazione del termine "nazional-socialismo", e che Hitler fu il fondatore del Partito Socialista Nazionale dei Lavoratori Tedeschi, ossia il partito socialista tedesco.
Sia il fascismo italiano che il nazionalsocialismo tedesco avevano fatto propria la dottrina secondo la quale lo Stato ha il compito di guidare la nazione verso un futuro radioso, anche attraverso il controllo dell'economia. Uno storico come Renzo De Felice (1929-1996) ha magistralmente spiegato come il fascismo sia stato un fenomeno rivoluzionario di sinistra: la tesi gli è costata l'odio e la persecuzione anche violenta nell'ultimo quarto del secolo scorso, ma ha aperto una strada storiografica importante, seguita da numerosi altri studiosi, che ha finalmente collocato il fascismo fra le ideologie rivoluzionarie del "secolo breve" (1914-1989).
La differenza tra il socialismo nazionalista e quello marxista sta nel fatto che l'ostacolo (da eliminare fisicamente) alla nascita dell'«uomo nuovo» era individuato dal primo nelle nazioni inferiori (polacchi, ebrei, zingari...), dal secondo nelle classi economiche inferiori (borghesi, intellettuali, contadini...). Ma le similitudini tra i due tipi di socialismo non riguardano solo l'ideologia propugnata.

UN DOCUMENTARIO IMPERDIBILE
Nel 2008 lo studioso di storia politica lettone Edvins Snore ha scritto e diretto un documentario intitolato The Soviet Story e finanziato dal gruppo UEN (Unione per l'Europa delle Nazioni) del Parlamento Europeo. Nel filmato compaiono, oltre a numerosi testimoni, lo storico Norman Davies e il dissidente Vladimir Bukovski.
Il documentario, trasmesso e proiettato in diversi paesi, è inedito in Italia, sebbene sia disponibile una versione nella nostra lingua. E, soprattutto, mette in evidenza una serie impressionante di collegamenti tra il nazionalsocialismo e il socialismo sovietico.
Viene mostrato, ad esempio, un articolo di giornale del New York Times nel quale si da il resoconto della fondazione del Partito Socialista Nazionale in Germania; in esso sono riportate le parole di Joseph Goebbels che afferma: «Lenin è stato l'uomo più grande, secondo solo ad Hitler; e le differenze tra il comunismo e le idee di Hitler sono molto sottili».
Viene ricordato il patto Ribbentrop-Molotov, dal nome dei due ministri degli esteri della Germania nazionalsocialista e dell'Urss che nel 1939, a Mosca, firmarono un patto di non aggressione fra le due potenze; viene ricordato come la Luftwaffe sia stata guidata, nei bombardamenti sulle città polacche, dalla radiotrasmittente sovietica a Minsk; si documenta come - mentre il popolo russo moriva letteralmente di fame - Stalin inviasse grano, ferro e materiale da costruzione all'esercito tedesco, sostenendolo nelle sue campagne; e come lo stesso Stalin avesse dichiarato che combattere l'ideologia nazista fosse da considerare alla stregua di un crimine, e avesse invitato i partiti comunisti europei a boicottare la resistenza antinazista.
Nel documentario si afferma che i nazionalsocialisti inviarono in Russia delle commissioni allo scopo di studiare il modello dei campi di sterminio sovietici per applicarlo ai lager; e che i lager nazisti liberati dai sovietici non vennero smantellati, ma divennero parte dell'«arcipelago Gulag» descritto da Solgenitsin.
All'inizio della persecuzione hitleriana contro gli ebrei, molti di loro fuggirono in Russia; Stalin li riconsegnò al Fuhrer in segno di amicizia. Secondo gli autori intervistati da Snore, la strategia di Stalin era quella di aiutare Hitler a devastare la società europea e a eliminare tutti gli oppositori al totalitarismo; in un secondo tempo avrebbe attaccato il Reich indebolito dalla guerra e, sconfittolo, avrebbe diffuso il socialismo sovietico a tutto il continente ormai ripulito da Hitler da ogni possibile resistenza, presentandosi all'opinione pubblica mondiale come il liberatore del mondo dal nazionalsocialismo.
Il documentario mostra anche una parata comune delle forze sovietiche e nazionalsocialiste nel paese di Brzesc, il luogo dove le due armate si incontrarono dopo aver occupato l'intero territorio polacco.

L'«UOMO NUOVO» CONTRO L'UMANO
Come afferma la storica Francoise Thom, docente di storia moderna alla Sorbona, intervistata nel documentario, «entrambe le ideologie hanno l'ambizione di creare l'uomo nuovo. I due sistemi non sono d'accordo con la natura umana per come essa è veramente. Sono in guerra con la natura e con la natura umana, e questo è la base del totalitarismo».
Nazionalsocialismo e socialismo sovietico sono in tal modo le due facce della stessa medaglia fin dalla loro origine, ossia la ribellione dell'orgoglio umano contro la natura umana. Entrambe queste ideologie sono state sconfitte, ma la tracotanza umana tenta ancora di creare l'uomo nuovo.

Nota di BastaBugie: clicca nel link qui sotto per vedere lo stupendo film-documentario di cui si parla nell'articolo.
http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=173
KATYN
Ecco inoltre un bellissimo film che porta alla luce verità storiche a lungo taciute su "Katyn". Parla dello sterminio di 22.000 ufficiali polacchi da parte dei sovietici. Per informazioni clicca qui sotto
http://www.filmgarantiti.it/it/edizioni.php?id=19

DOSSIER "ADOLF HITLER"
Era vegetariano e voleva distruggere la Chiesa

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Fonte: Il Timone, Gennaio 2010 (n.89)

2 - UTERI IN AFFITTO: BOOM DI RICHIESTE PER LE COPPIE GAY
Centri specializzati offrono un bebè a misura del proprio egoismo e in perfetto stile eugenetico per soddisfare qualunque esigenza
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 04-03-2013

Cresce nel mondo la domanda di uteri in affitto. La pratica della maternità surrogata nasce dall'impossibilità per la donna della coppia che vuole un figlio in provetta di portare a termine la gestazione, oppure dalla mancanza di volontà di addossarsi l'onere della gravidanza e del parto, o infine dalla richiesta di essere "genitori" da parte di una coppia di omosessuali maschi o di un/una single.
A fronte della domanda che sale, in parallelo aumenta l'offerta e il lavoro dei centri specializzati che mettono in contatto le coppie con le donne che si offrono come incubatrici di carne. Uno dei più attivi è lo statunitense Center of Surrogate Parenting (CSP): 1.700 bambini nati da uteri affittati in 30 anni di attività. Il 40% delle richieste arriva da stranieri. La metà dei clienti è omosessuale. Tra questi ricordiamo la popstar Elton John che nel 2010, all'età di 63 anni, si rivolse a questa clinica insieme al suo compagno David Furnish per avere un bambino "in conto terzi" (si veda l'articolo pubblicato su La Bussola Quotidiana "Elton John, 'padre' in un film horror di terz'ordine" del 30 dicembre 2010).
Il tutto ha inizio con una chiacchierata in internet tramite Skype tra gli aspiranti "genitori" e il personale del CSP. Poi si passa alla selezione della donatrice dell'ovocita – perché spesso la donna della coppia richiedente è troppo in là negli anni per avere gameti giovani e sani – e della gestante. A volte le due figure coincidono. In merito alla "donatrice" di ovuli occorre avere tra i 21 e i 35 anni, essere in salute, dare prova di un buon quoziente intellettivo (ma il fatto di prestarsi a simili operazioni mette in dubbio quest'ultimo requisito), avere un ottimo carattere.
Anche chi offre il proprio utero deve possedere delle caratteristiche ben precise: alta, giovane, snella, sposata e con figli perché così avrà già avuto esperienze di parto e sarà di certo una persona responsabile. Inoltre dovrà essere sottoposta a test psicologici e la sua fedina penale deve essere immacolata. Dato che il CSP si fregia di essere un centro serio e professionale, non si accettano candidature da parte di donne che si rifiuterebbero di abortire se il feto fosse malformato o se la gravidanza fosse multipla, avendo invece richiesto la coppia un solo bambino. Insomma il "controllo qualità" se va bene per il manzo argentino può andar bene anche per le femmine degli esseri umani. La selezione è così ardua che a fronte di 400 domande che il CSP riceve ogni mese, solo una dozzina viene accettata.
Tutto questo procedimento da polli in batteria ovviamente ha un suo costo. La donna che vende il proprio ovocita riceve tra i 5 e i 10mila dollari così anche l'agenzia, oltre a questo i genitori devono sborsare tra i 6 e i 10mila dollari per spese legali, tra i 15 e 25mila dollari per ogni ciclo di Fivet e tra 25 e 35mila dollari per pagare la gestante, più 8mila dollari se si desiderano dei gemelli. Infatti soprattutto le coppie formate da due gay vogliono dei gemelli così ognuno di loro avrà un bambino a testa, come il padre di famiglia che, per non scontentare nessuno, regala la stessa automobilina ai suoi due figli. Al CSP tengono a precisare con un candore tutto farisaico che per evitare mercificazioni vogliono solo donne economicamente indipendenti.
Poi c'è il sito web Surrogatefinder, aperto in India, il quale testimonia ancora una volta che la fantasia – o meglio: la follia - supera spesso la realtà. Si tratta in buona sostanza di un Facebook della fecondazione artificiale che mette in contatto, attingendo ai server delle cliniche di tutto il mondo, la domanda con l'offerta utilizzando una banca dati dalle dimensioni impressionanti. Per arrivare a confezionare un bebè a misura del proprio egoismo e in perfetto stile eugenetico il sito offre delle chiavi di ricerca plurime. Innanzitutto viene richiesto se si sta cercando un utero in affitto, un "donatore" di sperma oppure una "donatrice" di ovociti. Poi in merito alla madre surrogata e ai "donatori" viene chiesto se ci sono preferenze per il loro paese di provenienza (si arriva a chiedere anche la regione e la città di provenienza) per la loro etnia, e quanti figli debbano avere. Occorre infine indicare se la richiesta viene fatta da una coppia etero, omosessuale o da un/una single.
Dopo questa operazione così simile alla prenotazione di un posto su un aereo, ecco apparire le foto – la maggior parte delle quali assai ammiccanti: il business è business - delle o dei pretendenti con tanto di relativa scheda, la quale è dettagliatissima: anni, nazionalità, nome o nickname per chi vuole rimanere anonima/o, peso, altezza, stato civile (tra cui la convivenza), stato di salute, gruppo sanguigno, colore dei capelli e degli occhi, esperienze pregresse in merito a fecondazione artificiale, disponibilità a viaggiare (nel caso in cui la coppia richiedente non voglia spostarsi per conoscere la donna). Poi la candidata esplicita a chi vuole donare il proprio ovocita o utero: coppie di eterosessuali o omosessuali, single. Segue una descrizione libera di se stessi: a volte sono poche righe, a volte dei veri e propri curriculum. Infine una sezione chiamata "La mia lettera a voi". In genere si tratta di uno stucchevole sonetto su quanto è bello aiutare gli altri ad avere un figlio, sull'importanza della famiglia e dell'amore. "Prego affinché voi possiate riporre la vostra fiducia e speranza nelle mie mani per donarvi il vostro raggio di gioia" scrive Blessing4u, cioè "Benedizione per voi". Preghiere rese ancor più ferventi, ne siamo certi, dal fatto che Blessing4u riceverà un bel po' di quattrini per quest'opera pia. Una volta cliccata l'eletta basta mettersi in contatto via e-mail con il centro che ha la suddetta nella propria scuderia al modico prezzo di 100 dollari, valevole per l'iscrizione al sito per 6 mesi, oppure in super sconto al prezzo di 150 dollari per un anno. Sono accettate tutte le carte di credito.
Il sito va a gonfie vele. Lo scrivente è andato a vedere il profilo della 24enne americana Megan, la quale appena iscritta in poche ore ha già risposto a 3 richieste, segno evidente che molte di più ne ha ricevute ma a queste ha deciso di non rispondere.
Poi la palla passerà ai centri distribuiti in tutto il mondo e questi mercanti di figli, vera e propria merce umana, speculano sui prezzi: si porterà via un bebè scontato se si contatterà una donna indiana – siamo intorno ai 6-15mila euro – e poi si salirà di molto se al "modello base" si vorranno aggiungere alcuni costosi optional come occhi azzurri e capelli biondi, etnia russa o americana. La categoria del lusso ora riguarda anche il figlio.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 04-03-2013

3 - ATEA E BESTEMMIATRICE, A 19 ANNI RIMANE INCINTA...
La ragazza ha raccontato la sua storia al convegno del giorno prima della Marcia per la Vita (guarda anche il toccante video di Aaron)
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano, 15 maggio 2013

Alessandra aveva diciannove anni quando si è accorta di essere incinta. Era stata cresciuta da una madre emancipata, separata, fieramente autonoma. Alessandra era libera di fare tardi la sera, di dormire fuori, di fare quello che voleva con i ragazzi. La sua mamma per lei era un mito, così diversa dalle altre, così poco opprimente. Perciò è stato naturale per lei correre dalla madre per quell'emergenza, come è stato naturale per la madre portarla dal suo ginecologo, che senza battere ciglio l'ha indirizzata verso l'"eliminazione di quel grumo di cellule", del quale si è ben guardato di mostrare la vera natura – un cuore che batte, una vita che pulsa da subito! – alla ragazza, "per non impressionarla". Nessuna alternativa proposta, neppure uno dei colloqui previsti, obbligatori, dalla 194.
Alessandra è stata portata in uno stanzone da cui le madri, una ad una, venivano portate via, addormentate, e liberate del problema. Il risveglio per lei è stato traumatico, per una brutta infezione, e poi, guarita nel corpo, le cose sono andate sempre peggio. Angoscia, tristezza, impossibilità di avere rapporti col suo ragazzo. Una storia finita, poi qualche altra, ma niente che colmasse il vuoto. Intanto per lei era diventato insopportabile il solo pensiero di uccidere un essere vivente, così è diventata vegetariana di stretta osservanza, e se vedeva una coccinella annaspare nell'acqua dal bordo della piscina si spogliava e si tuffava a salvarla, anche se si era appena rivestita per andare a casa, tanto era il dolore che le procurava l'idea di non avere fatto niente per salvare quell'insettino. Per connettere il dolore alla sua vera causa, l'aborto, ci sono voluti un sacco di anni. Anni in cui ha anche deciso di essere pronta per avere bambini, che però poi non sono più arrivati. Quasi venti anni di sofferenza, mutante, strisciante, sotterranea o esplosiva, manifesta. Culminata con un tentativo di suicidio che è stato per lei come toccare il fondo con le gambe e così darsi una spinta per risalire.
So che ci sono tante sostenitrici dell'aborto che negano che debba essere necessariamente per tutte un trauma, ma io faccio molta fatica a crederlo. Alessandra per esempio era, per sua dichiarazione, atea e bestemmiatrice convinta. Nessun senso di colpa indotto dalla Chiesa può essere responsabile di quello che le è successo dopo. Lei è il prototipo della donna libera, priva di condizionamenti religiosi, bella, bellissima, se questa informazione c'entra qualcosa, intelligente, simpatica e piena di amici. Ma non riusciva proprio a perdonarsi, perché non aveva chiamato per nome quello che aveva fatto, e quindi era lei la prima a non chiederlo, quel perdono, a pensare di non meritarlo.
Poi nella sua vita è arrivato l'amore sconfinato e misericordioso di Gesù, che l'ha ripescata a un passo dal baratro, e la sua vita ha cominciato a rifiorire. È stata perdonata con sovrabbondanza di tenerezza, e ha ricominciato a sorridere. Si è avvicinata, prima piano piano poi con l'ardore di chi non può più respirare senza, alla preghiera, ai sacramenti.
Ho ascoltato la testimonianza di Alessandra al convegno il giorno prima della Marcia per la Vita; una grandissima donna che ha avuto il coraggio di mettere a nudo il suo cuore, buttato in pasto a trecento ragazzi, esposta al loro giudizio, parlando dei suoi errori senza farsi sconti, prendendosi tutte le responsabilità, forse anche quelle non sue. Perché io ascoltandola continuavo a pensare a tutti i condizionamenti che ha subito senza difese, senza anticorpi, senza strumenti per farsi un giudizio diverso da quello dell'ideologia imperante. Nessuno le ha mai prospettato una strada diversa, nessuno si è messo a camminare al fianco di una ragazzina giovanissima e inesperta, per vedere se c'era il modo di aiutarla a tenere il suo bambino. Tutti quelli che aveva intorno, anzi, le hanno detto che era coraggiosa e forte a liberarsi di quel problema per seguire la sua strada, per realizzare i suoi sogni. Non so davvero cosa avrei fatto al posto suo, non lo so.
Alessandra racconta la sua storia, forse con dolore e fatica (ma non si vede, è così dolce e sorridente!), ma lo fa perché spera di aiutare qualche ragazza a capire che l'aborto è una morte doppia, di una mamma e di un bambino. Accetta di farsi umile, umilissima, e di farlo davanti a tutti, anche senza conoscere i suoi interlocutori, anche a rischio di essere giudicata. Accetta di farlo per amore, per salvare qualche vita.
Sono sicura che già lo ha fatto, che già con le sue parole ha salvato almeno un bambino, ed è così diventata madre, in un altro modo, coraggioso, umile, senza avere niente in cambio.

Nota di BastaBugie: vi invitiamo a guardare il bellissimo cortometraggio di "Aaron", della durata di 5 minuti sul tema della maternità

http://www.youtube.com/watch?v=j5w5z7ZDvPE

Fonte: Blog di Costanza Miriano, 15 maggio 2013

4 - L'ATTRICE ANGELINA JOLIE SI FA TOGLIERE I SENI PER PREVENIRE IL CANCRO: E' GIUSTO?
L'uso dei test genetici nasconde un rischio...
Autore: Renzo Puccetti - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 16-05-2013

La famosa attrice Angelina Jolie, icona hollywoodiana di bellezza e prestanza fisica, ha informato i media di essersi sottoposta ad una mastectomia totale bilaterale preventiva per ridurre la probabilità di sviluppare un cancro al seno. La donna è infatti portatrice di una mutazione del gene BRCA che incrementa le probabilità di tumore mammario, ovarico e in modo più contenuto, di altri organi.
Il BRCA appartiene ad una classe di geni definiti soppressori tumorali. Esistono centinaia di possibili mutazioni di questi geni e solo una parte di queste si associa ad un incremento di rischio tumorale.
Questa notizia può offrire l'occasione per sviluppare alcune riflessioni di specifica pertinenza bioetica. Un primo interrogativo riguarda l'eticità di una mutilazione di un organo sano, in questo caso le mammelle, in previsione di una possibile futura patologia. Il 13 settembre 1952 il Santo Padre Pio XII descrisse il principio che doveva ispirare questi casi dicendo: «La parte esiste per il tutto e, di conseguenza, il bene della parte resta subordinato al bene del tutto: il tutto è determinante per la parte e può disporne nel suo interesse». Tale principio viene indicato in bioetica come principio di totalità. Perché esso possa essere invocato, perché cioè sia lecito sacrificare una parte di sé stessi, il Papa specificò che «soltanto dove si avvera la relazione del tutto alla parte e nella misura esatta in cui si avvera, la parte è subordinata al tutto, il quale nel suo interesse può disporre della parte». Se ad esempio un rene colpito da tumore viene asportato, si è in presenza di una chiara applicazione del principio di totalità; il sacrificio del rene malato offrirà possibilità di guarigione o quantomeno di più lunga vita al paziente.
Maggiore perplessità può derivare dalla asportazione di un organo sano passibile di ammalarsi in futuro, anche se in questo caso specifico ci sono da considerare una serie di fattori che rendono la scelta non facile. Nel caso della Jolie, ad esempio, dato l'alto rischio di tumore, nessuno può escludere già la presenza di foci occulti di degenerazione neoplastica in fase iniziale. Tra gli elementi ulteriori da considerare vi sono la funzione galattogena della ghiandola mammaria e il ruolo di locus psicologico dell'identità femminile svolto dalle mammelle compromessi dalla mastectomia. A questi si deve aggiungere il carico di stress connesso ad un intensivo monitoraggio della salute del seno in donne portatrici di tale mutazione. La serietà del rischio è attestata da quanto pubblicato nel 2010 sul Journal of Clinical Oncology. Secondo gli autori di quello studio una donna di 25 anni che non ha mutazione del BRCA ha l'84% di probabilità di raggiungere l'età di 70 anni, ma in presenza della mutazione del BRCA1 la stessa donna vede ridursi al 53% la probabilità di diventare settantenne, pur sottoponendosi a periodici esami di prevenzione.
Esiste poi un altro interrogativo: chi può o deve avere accesso a questo tipo d'informazioni e chi ne deve essere invece inibito? Secondo la legislazione americana questi dati costituiscono a tutti gli effetti informazioni di tipo sanitario, e come tali esse non possono ad esempio essere utilizzate come fonte per la discriminazione del personale in ambito lavorativo, ma possono essere invece acquisite dalle compagnie assicuratrici per la valutazione del rischio.
C'è infine un ulteriore elemento da considerare, un'implicazione legata a questi casi: l'uso dei test genetici come condanna, anziché come servizio. Non è un'ipotesi confinata al futuro, è una realtà già oggi routinaria che si verifica con il ricorso alla diagnosi genetica pre-impianto effettuata sugli embrioni prodotti con la fecondazione artificiale. Attraverso la biopsia di una o due cellule (blastomeri) dell'embrione si possono effettuare ormai decine di analisi genetiche, compresa la ricerca di mutazioni del BRCA. Se il test genetico risulta positivo la coppia può decidere di non trasferire l'embrione nell'utero e di gettarlo via. L'embrione viene così ucciso non perché sia malato, ma perché porta con sé un rischio di malattia.
L'Angelina Jolie del XXI secolo che dovesse essere concepita in provetta potrebbe non godere del privilegio di vivere la propria vita e di scegliere la mastectomia preventiva che la Jolie dei nostri tempi ha avuto, semplicemente perché essa verrebbe buttata via quando la sua vita fosse solo di qualche giorno ed il suo corpo fosse formato da un pugno di cellule. In uno studio del 2007 pubblicato sulla rivista Human Reproduction furono interrogate 102 donne affette da mutazione del BRCA seguite dai servizi oncologici. Fu domandata la loro opinione circa l'eventuale diagnosi pre-impianto sul BRCA nei loro eventuali figli. Tra le 52 donne che accettarono di rispondere, 39 ritennero accettabile effettuare la diagnosi genetica pre-impianto per mutazione del BRCA. Il favore verso la diagnosi pre-impianto tra le donne che non avevano intenzione di avere altri figli risultò più che doppio rispetto a quelle che invece desideravano avere altri figli; un dato, questo, che sembra indicare come l'apertura alla vita coincida con una maggiore apertura anche all'accoglienza della vita dissonante rispetto all'archetipo di perfezione e salute.
Se le madri perdono lo sguardo contemplativo verso il frutto del loro grembo, allora questi sono i giorni in cui si dirà "Beate le sterili e i grembi che non hanno generato".

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 16-05-2013

5 - SANT'ISIDORO, IL CONTADINO CHE AVEVA CAPITO COME VINCERE LA CRISI ECONOMICA
Non era laureato alla Bocconi, non aveva frequentato la London School of Economics, non frequentava i salotti buoni dell'economia... ma aveva capito bene quale fosse la vera legge del lavoro
Autore: Corrado Gnerre - Fonte: Il Giudizio Cattolico, 15 maggio 2013

Augusto Del Noce parlava di "eterogenesi dei fini". Quando si percorre la strada di un errore si finisce inevitabilmente col raggiungere risultati paradossali, cioè completamente diversi da quelli che si vogliono ottenere. È la legge dell'errore. La Bibbia ce lo dice sin dall'inizio. Adamo ed Eva peccarono per essere "liberi", per essere completamente svincolati da Dio, per fare a meno di Dio nell'illusione di poter raggiungere una completa autosufficienza, cioè una sorta di auto-divinizzazione. Ebbene, non solo non riuscirono in questo intento, ma si trovarono a dover riconoscere dolorosamente il proprio limite e la propria precarietà. Si ritrovarono "nudi". Non nudi nel senso fisico ma in quello ontologico. Il limite umano che prima non pesava loro e che nemmeno Dio faceva pesare loro, dopo il peccato diventa enorme, insopportabile: addirittura fa paura. È la legge dell'errore.
Una legge – quella dell'errore – che ovviamente si spiega con l'ordine che Dio ha inserito nella natura. Se s'infrange l'ordine, si ottiene il disordine e, se si ottiene il disordine, si realizza il paradosso. Un paradosso che la Provvidenza eleva ad insegnamento. Non è un caso che già la sapienza antica (quella sapienza che ancora viveva in una dimensione di ignoranza perché precedente al Cristianesimo, ma che si fondava su una recta ratio) parlava della storia come una buona "cattedra" da cui apprendere. La storia come magistra vitae, come maestra di vita, come serie non casuale di avvenimenti, bensì come itinerario significativo di fatti da cui apprendere. Perché, se molto sfugge alla comprensione storica, è pur vero che ciò che accade, che gli sbagli commessi ricevono inevitabilmente un castigo, come ovviamente ricevono un premio tutte le buone cose che le civiltà compiono.
C'è chi giustamente ha detto che mentre i singoli uomini, perché orientati verso la vita ultraterrena, hanno l'eternità per essere premiati o castigati; per le civiltà invece è diverso. Esse vivono solo nella storia e, vivendo solo nella dimensione temporale, ricevono i loro premi e i loro castighi nella storia stessa. Se socialmente si sceglie l'errore, se si diffonde il peccato sociale, la civiltà, compromessa dal peccato, finirà col pagare nel tempo e nella storia.
Queste riflessioni le lego alla vita di un grande-piccolo santo. I miei lettori spero mi stiano capendo. Con "grande-piccolo" intendo un santo che non è molto conosciuto (almeno qui in Italia), ma che è grande, come d'altronde sono grandi tutti i santi che la Chiesa ci offre, fermo restando la differenza di lumen gloriae che comunque essi beneficiano in Paradiso. Il "piccolo-grande" santo che mi viene in mente dicendo le cose da cui sono partito, è lo spagnolo sant'Isidoro contadino. Narro in breve la sua storia e poi capirete il legame.
 
BIOGRAFIA DI SANT'ISIDORO
Isidoro nasce intorno al 1070 da una poverissima famiglia di contadini. Orfano del padre fin da piccolo, va a lavorare la terra nelle campagne intorno a Madrid. A causa della guerra, cerca rifugio e lavoro a nord, a Torrelaguna. Qui conosce la sua futura sposa, Maria Toribia, anch'ella contadina. Isidoro ha una grande fede. È analfabeta ma conosce le cose di Dio e sa pregare. Ogni mattina, all'alba, va alla Messa. Ma soprattutto durante la giornata, mentre è al lavoro, spesso si apparta per raccogliersi in preghiera. I suo compagni di lavoro lo accusano di essere una scansafatiche. Anche il padrone, Juan de Vargas, inizia a sospettare di lui, ma poi si accorge che alla sera il lavoro di Isidoro è bello che compiuto. Alla fine si convince che qualcosa di misterioso aiuta Isidoro nel suo lavoro. Iniziano ad avvenire anche miracoli nelle sue proprietà. Ben presto Isidoro diventa il suo uomo di fiducia e inizia a guadagnare di più, ma lui e la moglie (dichiarata beata nel XVIII secolo) decidono di continuare a vivere come sempre e il di più lo donano ai poveri. Isidoro muore nel 1130. Alla sua morte la sua fama era pari a quella di El Cid Campeador. Fu canonizzato da Papa Gregorio XV il 25 maggio del 1622.
 
IL SEGRETO DEL "BENESSERE"
Torniamo ai nostri ragionamenti. Cosa colpisce di ciò che abbiamo letto? Ovviamente il fatto che sant'Isidoro ogni tanto interrompeva il lavoro per raccogliersi in preghiera. Veniva accusato perché, secondo una logica tipicamente umana, per raccogliersi in preghiera occorre del tempo e questo tempo ovviamente veniva tolto al lavoro, con la preoccupazione che quello che non fosse riuscito a fare lui sarebbe stato sulle spalle di altri. E invece, a fine giornata, ciò che riusciva a mietere sant'Isidoro era molto più abbondante di ciò che erano riusciti a mietere gli altri.
Mi viene da pensare all'attuale crisi economica, reale o sedicente (a volte mi viene la tentazione di pensarlo, ma adesso questa questione non ci interessa): da quando gli uomini hanno iniziato a pensare che i soldi sono tutto, non ci sono più soldi. Tutti si lamentano. Lamenti che molto spesso sono un'offesa all'intelligenza. Io che ho da poco passato i cinquant'anni mi ricordo molto bene (se non altro perché ne parlavano sempre) i sacrifici che hanno dovuto fare i miei nonni e i mie genitori in tempi in cui sperare a pranzo di avere la cena qualche ora dopo e a cena di avere la colazione la mattina seguente era preoccupazione tutt'altro che rara. Qui non si tratta di demonizzare pauperisticamente il denaro né di negare ingenuamente che anche in passato ci fosse chi avidamente rincorreva, costi quel che costi, ricchezze e patrimoni.
No, non si tratta di questo. Piuttosto nella nostra epoca in cui è stato fatto fuori Dio con un diffuso ateismo pratico per cui, anche se non si afferma teoricamente che Dio non esiste, si vive come se Dio non esistesse, giocoforza il denaro diventa tutto perché la vita terrena diventa il tutto. Il non potersi permettere le vacanze ai tropici o il cellulare di ultima generazione, diventa il segno di una vita che perderebbe di dignità. Non a caso molte persone che oggi si lamentano della crisi economica parlano del fatto che è una situazione che "toglie la dignità". O disgraziati che si suicidano per questi motivi lasciano biglietti con su scritto: "non si può vivere senza dignità". Come se non avere soldi o essere perfino costretti a mendicare fossero cose che tolgano la dignità.
Ecco il paradosso. L'uomo contemporaneo può anche trovarsi nelle condizioni di non avere soldi, ma considera i soldi come il tutto della vita. Da qui il castigo. Sì: il castigo! Avete capito bene, cari lettori. Anche la crisi economica può essere un castigo. Un castigo per far capire all'uomo che non può ridurre se stesso a consumatore o a accumulatore, che non può farsi prendere dall'ansia di produrre senza pensare a se stesso e raccogliersi in Dio per capire il mistero di se stesso. Finanche la Domenica ci hanno tolto. I centri commerciali hanno sostituito le parrocchie. Anche qui una riflessione: centri commerciali aperti sette giorni su sette, ma vendite in crisi. Prima: sei giorni su sette e vendite non in crisi.
Sant'Isidoro non la pensava così. Non era laureato alla Bocconi. Non aveva frequentato la London School of Economics. Non frequentava i salotti buoni dell'economia... Ma aveva capito bene quale fosse la vera legge del lavoro: farsi aiutare da Dio, mettere Dio al primo posto, dare credito non a un consulente finanziario ma solo a Colui che ha detto: «Cercate prima di tutto il regno di Dio, il resto vi sarà dato in aggiunta».

Fonte: Il Giudizio Cattolico, 15 maggio 2013

6 - GIORNATA CONTRO L'OMOFOBIA: LA PREDILEZIONE INGIUSTIFICATA VERSO I GAY DISCRIMINA GLI ALTRI
I presidenti della Repubblica, della Corte Costituzionale, della Camera e del Senato si allineano all'ideologia gay dominante
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 20-05-2013

Presidenzialismo gay. Quando il presidente della Corte Costituzionale, il presidente della Camera, il presidente del Senato e il presidente della Repubblica parlano a favore dell'omosessualità quasi contemporaneamente e con gli stessi toni siamo nel bel mezzo di un presidenzialismo gay. Il 17 maggio scorso si è celebrata la Giornata contro la cosiddetta "omofobia e transfobia", istituita per volontà dell'Unione Europea nel 2007. In tale occasione i presidenti delle Camere e Giorgio Napolitano non solo hanno parlato di omofobia, ma si sono spinti più in là. Nei loro interventi possiamo individuare tre obiettivi che l'ideologia gay vuole far propri il prima possibile.
Il primo: il reato di omofobia o la previsione di un'aggravante specifica. A tal proposito Napolitano ha rivolto un "pensiero particolare a quei giovani che per questo hanno subìto odiosi atti di bullismo che, oltre ad aggravare le manifestazioni di discriminazione, alimentano pregiudizi e dannosi stereotipi". Pietro Grasso, presidente del Senato, invece ricorda che sul tavolo del Parlamento già ci sono proposte di legge ad hoc ed aggiunge che "obiettivo fondamentale di tali proposte è quello di intervenire sulle norme esistenti per prevenire e reprimere in modo specifico anche chi commette o chi istiga a commettere atti di discriminazione per motivi fondati sull'omofobia e sulla transfobia". Gli fa eco il presidente della Camera, Laura Boldrini, la quale afferma: "Auspico che il Parlamento riprenda questo lavoro [relativo alla decisione di punire l'omofobia n.d.a] e lo porti finalmente a compimento".
Il reato di omofobia o l'aggravante specifica in realtà non servono perché già il nostro codice penale prevede il reato di ingiuria che sanziona chi lede l'onore e il decoro di una persona (art 594), la diffamazione (art 595), la diffamazione per mezzo stampa (art. 596 bis) e l'aggravante comune per aver agito per motivi abietti o futili (art. 61). Volendo c'è anche la Legge Mancino del '93 che offre strumenti sanzionatori per i cosiddetti crimini d'odio. Inoltre non si comprende il perché l'offesa rivolta ai danni dell'omosessuale deve giuridicamente valere di più dell'offesa ad un eterosessuale, dato che si istituirà un illecito ad hoc. E poi così si aprirà la strada ad un'infinità di altri reati per altrettante classi di minoranze sociali particolarmente deboli: da qui l'anziano-fobia, l'handiccapato-fobia, la catto-fobia e via delirando. Ovviamente l'intento è quello che nessuno più, dai sacerdoti ai giornalisti, possa parlare male non tanto degli omosessuali – cosa ovviamente non condivisibile – bensì dell'omosessualità in quanto tale. Insomma il reato di omofobia inciderà non poco sul diritto costituzionalmente riconosciuto di libertà di parola ed espressione.
Inoltre tutti gridano al fuoco ma l'incendio non c'è. Ammesso e non concesso che atti di discriminazione ce ne siano, questi sono davvero rari. Primo perché le persone con tendenze omosessuali sono in numero risicato: poco superiore all'1% (cfr. R. Marchesini, Omosessualità, in T. Scandroglio, Questioni di vita & di morte, Ares, p. 154). E di certo non tutto questo 1% subirà discriminazioni. Secondo perché lo stesso documento del Dipartimento delle Pari Opportunità denominato "Verso una Strategia nazionale per combattere le discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere", che qui più volte abbiamo commentato, riconosce che gli atti discriminatori sono assai sporadici. In questo documento si legge che dal 2010 presso l'UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) c'è un numero verde per la segnalazione (delazione?) di casi di "omofobia". Le chiamate ammontano ad un numero ridicolo: 135 nel 2012. Tanto che gli estensori del documento ammettono che le "istruttorie" (sic) vengono aperte direttamente dall'Ufficio altrimenti nessuno denuncerebbe alcunché (forse proprio perché non c'è nulla da denunciare). Si aggiunge: "Non risultano, al momento, casi accertati di discriminazione per l'accesso all'alloggio e nel lavoro pubblico o privato [e in ambito sanitario aggiungono poi]. Questa assenza di dati mostra la difficoltà nel far emergere ancor oggi il fenomeno in Italia": siamo alla caccia alle streghe. Non ci sono discriminazioni, ma nonostante ciò le si vuole trovare a tutti i costi e si fomenta la delazione.
Un secondo fronte d'attacco è il "matrimonio gay". A tal proposito la Boldrini tiene a precisare: «Gli omosessuali devono veder riconosciute giuridicamente le loro unioni anche in Italia». Anche Franco Gallo, presidente della Corte Costituzionale, non più di un mese fa chiese al Parlamento – ricordando una pronuncia della sua Consulta del 2010 – "una regolamentazione della materia nei modi e nei limiti più opportuni".
Il terzo obiettivo delle forze omosessualiste - che è meno reclamizzato dei precedenti ma che avrà più peso degli altri – lo potremmo definire così: dalla non discriminazione alla predilezione. Si tratta di superare l'obiettivo di porre sullo stesso piano l'omosessualità e l'eterosessualità in tutti gli ambiti del vivere, e di confezionare per gli omosessuali uno status giuridico-amministrativo privilegiato. Grasso a tal proposito auspica che "lo Stato si attivi non solo per il riconoscimento, ma anche per la concreta protezione dei diritti degli omosessuali. Come rilevato dalla stessa Corte europea dei diritti dell'uomo, il dilagare della discriminazione sessuale o legata all'identità di genere è inversamente proporzionale al livello di tutela giuridica riconosciuto alle coppie omosessuali".
Avete inteso bene: con la scusa che gli omosessuali sono discriminati – fatto inesistente come abbiamo provato citando un documento non sospetto di partigianeria – occorre tutelarli in modo preventivo, cioè assegnando a loro benefit che il povero ed eterosessuale sig. Rossi mai potrà nemmeno sognare di avere. Una sorta di scudo preventivo anti-discriminazione. Favole? Per nulla a leggere il Disegno di Legge n. 141 del gennaio di quest'anno denominato "Norme contro la discriminazione determinata dall'orientamento sessuale o dell'identità di genere", presentato presso la Regione Sicilia, in cui si promettono agli omosessuali i primi posti in graduatoria per alloggi e nella ricerca del posto di lavoro: una corsia preferenziale gay. Ovviamente le aziende che non si inchineranno a tal politica "gay friendly" potranno subire "azioni correttive", cioè sanzioni (art. 4, comma 3).
La predilezione ingiustificata della condizione omosessuale porta con sé inevitabilmente la ghettizzazione dei normali. Ecco infatti cosa ha detto sempre Pietro Grasso un paio di giorni fa: "Io sono veramente e umanamente preoccupato per gli omofobi. Una corretta educazione su questi temi la dobbiamo fare soprattutto per chi soffre di questa 'malattia', per chi vive male, sopraffatto da un'irrazionale paura, dal terrore di uscire di casa, dall'ansia di avere tra i suoi compagni di scuola, di lavoro, tra i suoi amici, i suoi familiari, una persona omosessuale. Diciamocelo, sono cittadini meno uguali degli altri, sono chiusi nel loro guscio, si frequentano solo tra loro, non allargano i loro orizzonti né il loro cerchio di amicizie. Temono i viaggi all'estero, le feste, gli studentati all'università, gli spogliatoi delle palestre. E' un problema sociale che dobbiamo affrontare davvero, da subito, a partire dai più giovani. Liberiamo gli omofobi dalle loro paure. Vivranno meglio loro, vivremo meglio tutti".
Nel folto dei tanti pensieri che sputano a leggere queste parole, cogliamo due riflessioni. La prima sotto forma di domanda: ma il presidente del Senato a quale fantasiosa realtà si sta riferendo? Dove stanno questi eterosessuali omofobi "sopraffatti da un'irrazionale paura, dal terrore di uscire di casa, dall'ansia di avere tra i [propri] compagni di scuola, di lavoro, tra i suoi amici, i suoi familiari, una persona omosessuale"? Seconda riflessione: caro presidente, sono gli eterosessuali ad essere in minoranza "chiusi nel loro guscio", ad essere "malati", ad essere "cittadini meno uguali degli altri". Siamo noi etero i discriminati, gli emarginati, i rifiutati, gli incompresi. E' lei stesso ad ammetterlo. Chiediamo quindi una legge contro l'etero-fobia e in genere contro la normo-fobia perché i nuovi paria siamo noi.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 20-05-2013

7 - IL TRIBUNALE VOLEVA OBBLIGARE AD ABORTIRE LA FIGLIA DI UNA DISABILE... CHE INVECE E' NATA SANA E BELLA
I genitori della 32enne disabile mentale ed epilettica hanno dimostrato che poteva affrontare il parto e che lei stessa lo voleva
Autore: Benedetta Frigerio - Fonte: Tempi, 13 maggio 2013

Poteva forzarla ad abortire, ma alla fine il giudice ha deciso che la ragazza non era costretta a farlo. Gli avvocati dei genitori adottivi e tutori di Elisa Bauer, 32 anni, disabile mentale ed epilettica, hanno dimostrato che la donna poteva affrontare il parto e che lei stessa lo voleva.
Il caso, esploso in Nevada lo scorso novembre, quando la ragazza era all'undicesima settimana di gravidanza, aveva generato diverse proteste dopo la denuncia di un medico a un tribunale distrettuale dello Stato. A seguito di numerosi interrogatori, e grazie alla battaglia della famiglia, il giudice aveva concluso che Elisa poteva partorire. Così, il 2 maggio scorso la piccola Cierra Marie è nata. La neonata, «dai capelli folti e neri, e la carnagione rosa», è «dolce e buona. Come previsto, è perfettamente sana e indescrivibilmente bella». Lo ha scritto l'avvocato della famiglia Bauer, aggiungendo che anche Elisa sta bene e che la coppia a cui la piccola andrà in adozione è già pronta ad accoglierla.
L'avvocato ha poi aggiunto che il movimento pro life americano «è stato un grande aiuto nel compiere i piani di Dio». All'inizio della vicenda, infatti, il tribunale sembrava propendere per l'aborto forzato. Diversi giornali e siti internazionali hanno difeso la vita della piccola sostenendo Elisa e la sua famiglia lanciando appelli ai cittadini per far sentire la propria voce. Così, l'ufficio del giudice era stato invaso di email, lettere e telefonate.
Poteva andare diversamente. È andata bene, perché i genitori adottivi di Elisa, le cui condizioni sono dovute al fatto che la madre naturale era alcolizzata, hanno combattuto per difendere la vita di Cierra Maria e il diritto della figlia a dare alla luce la creatura. La coppia, Bill e Amy Bauer, hanno avuto anche l'appoggio della comunità cattolica a cui appartengono e dei medici di fiducia che li hanno sostenuti dimostrando che la malattia mentale non si sarebbe aggravata con il parto. Ma se, per assurdo, non ci fosse stato tutto ciò, una bambina «perfettamente in salute e indescrivibilmente bella», oggi non ci sarebbe.

Fonte: Tempi, 13 maggio 2013

8 - OMELIA SANTISSIMA TRINITA' - ANNO C - (Gv 16,12-15)
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 26/05/2013)

Un giorno sant'Agostino passeggiava su una spiaggia cercando di comprendere il mistero di Dio. Mentre era immerso in queste meditazioni, vide un bambino che con una conchiglia prendeva l'acqua del mare e la versava in una piccola buca. Incuriosito, il Santo lo interrogò chiedendogli cosa stesse facendo. «Voglio mettere il mare dentro la buca», rispose il piccolo. Sant'Agostino, con parole semplici, cercò di spiegare al bambino che questo era impossibile. Allora il piccolo aggiunse: «Prima che tu comprenda il mistero di Dio, io avrò messo tutto il mare nella buca». Detto questo il bimbo disparve.
Allora sant'Agostino pensò che quel bambino poteva essere un angelo inviatogli da Dio per fargli comprendere che il mistero della Santissima Trinità è il più grande e il più importante della nostra Fede e noi, con la nostra mente, non riusciremmo mai e poi mai a capirlo interamente. Come quella piccola buca sulla spiaggia era troppo piccola per contenere tutta l'acqua del mare, così, e ancora di più, la nostra intelligenza è oltre modo limitata per afferrare un Mistero così grande.
Noi sappiamo che Dio è Trinità solo perché Gesù ce lo ha rivelato nel Vangelo. Egli ha parlato del Padre, del Figlio, ovvero di Lui stesso, e dello Spirito Santo. Il Padre è Dio, il Figlio è Dio, lo Spirito Santo è Dio; insieme, le tre Divine Persone non sono tre dèi, ma l'unico vero Dio. Per riuscire un po' a comprendere questo grande Mistero bisogna partire dalla più bella definizione che è stata data di Dio. La definizione, se così possiamo dire, ce l'ha data san Giovanni apostolo in una sua lettera. Egli dice: «Dio è amore» (1Gv 4,8). In questa piccola frase è racchiuso tutto il mistero di Dio Uno e Trino. Se Dio è amore, ciò significa che vi è una comunione di Persone. Il Padre ama il Figlio, il Figlio ama il Padre, e l'Amore reciproco tra Padre e Figlio è anch'esso Persona ed è lo Spirito Santo.
Noi, che siamo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio, siamo chiamati a riflettere questo Mistero dell'amore eterno di Dio nel mondo. Innanzitutto la famiglia è chiamata a questa altissima missione. Nella famiglia vi sono più persone riunite in un solo amore. Così è poi per ogni comunità umana: l'amore reciproco deve essere riflesso dell'amore di Dio.
Nell'Antico Testamento non si aveva ancora la rivelazione di questo mistero. Tuttavia ve ne era qualche piccola intuizione, come quella che risulta dalla prima lettura di oggi. L'autore del libro dei Proverbi parla della Sapienza, che è da sempre, generata fin dall'eternità (cf 8,24-26). La Sapienza era presso Dio quando Egli fissava i cieli, quando stabiliva al mare i suoi limiti, quando disponeva le fondamenta della terra (cf 8,27-30). Nella Sapienza di Dio, di cui parla l'Antico Testamento, i cristiani hanno riconosciuto il Figlio eterno del Padre. È molto bello notare che, in ogni opera creata da Dio, la Sapienza era presso di Lui. Quando poi si parla dell'uomo, la lettura dice che la Sapienza ha posto in lui le sue delizie (cf 8,31). Ciò significa che tutte le creature, e in modo particolare il genere umano, sono riflesso della perfezione della Sapienza, ovvero del Figlio eterno del Padre.
La seconda lettura di oggi ci parla invece dello Spirito Santo, la terza Persona della Santissima Trinità. San Paolo ci dice che «l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5,5). Lo Spirito Santo è l'Amore tra il Padre e il Figlio e questo amore eterno dimora nei nostri cuori dal giorno del nostro Battesimo. Purtroppo, con il peccato mortale, noi tante volte cacciamo via dal nostro cuore l'Amore di Dio e, ad esso, preferiamo magari l'illusorio piacere di un momento. Pentiamoci dunque, di tutto cuore, e chiediamo perdono a Dio di tutti i nostri peccati. Confessiamoci sinceramente e cambiamo vita, allora lo Spirito Santo tornerà a riversare nei nostri cuori il suo amore. Così, resi nuove creature, noi potremo diventare testimoni dell'amore di Dio.
Un giorno, un avvocato anticlericale andò ad Ars sperando di ridere a spese di «quell'ignorante del parroco» che era san Giovanni Maria Vianney. Ma, contro ogni sua aspettativa, quell'uomo tornò a casa convertito. Agli amici che gli chiesero: «Ma dunque che cos'hai visto ad Ars?», rispose: «Ho visto Dio in un uomo».
Quanto più ameremo Dio e il prossimo, tanto più comprenderemo il mistero di Dio e lo faremo comprendere ai nostri fratelli.

Nota di BastaBugie: per l'omelia della domenica successiva, clicca qui sotto
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Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 26/05/2013)

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