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GOD'S NOT DEAD: CINQUE FILM, DUE CAPOLAVORI
Storie di cristiani che sfidano la dittatura del politicamente corretto: il 1° e il 2° film sono eccellenti, il 3° è pessimo, il 4° parla di educazione parentale, mentre nel 5° si invitano i cristiani a non dimenticare la politica
di Don Stefano Bimbi
 

L'uscita negli Stati Uniti del quinto episodio della serie God's Not Dead, deve interrogare i cristiani anche in Italia su un fenomeno che ha sbancato al botteghino USA.
Il primo film è uscito nel 2014 ed ha avuto un successo straordinario. Costato due milioni di dollari ne ha incassati 64. L'enorme gradimento è dovuto al fatto che tratta di un argomento molto attuale nella società americana come nella nostra: la persecuzione della cultura cristiana in ambito scolastico. La vicenda narra di un professore di filosofia che all'università chiede ai suoi studenti di firmare un foglio con tre sole parole: "Dio è morto". Il protagonista si rifiuta di farlo e allora dovrà affrontare la sfida di difendere la sua fede di fronte al professore ateo militante. Benché quella del film sia una storia inventata, le scritte finali ricordano che essa prende spunto da decine di casi reali finiti in tribunale riguardanti la libertà di religione degli studenti. Altre storie secondarie si intrecciano nella trama come, ad esempio, una giornalista animalista e una ragazza musulmana le quali scoprono la bellezza della fede cristiana, (la prima grazie ad un tumore, la seconda per la predicazione di un pastore cristiano tramite il cellulare). Interessante anche la riflessione che scaturisce dal vedere infrante alcune storie d'amore a causa della mancanza di un terreno comune nelle convinzioni religiose. Completa il film una superlativa colonna sonora con la canzone di successo God's Not Dead firmata dai NewsBoys, una rock band di christian music, genere molto in voga negli Stati Uniti.

IL SUCCESSO DI GOD'S NOT DEAD
Sull'onda del successo è stato prodotto nel 2016 un secondo film. Questa volta a finire nei guai è un'insegnante di storia che viene processata per aver pronunciato a lezione il nome che non deve essere mai nominato: Gesù. Da notare che la professoressa aveva solo risposto a una domanda di uno studente e che aveva trattato l'argomento dal punto di vista storico, che era appunto la sua materia d'insegnamento. La vicenda si conclude con la splendida testimonianza della protagonista che preferisce "stare con Dio ed essere giudicata dal mondo, piuttosto che stare con il mondo ed essere giudicata da Dio" come lei stessa afferma.
Durante il processo testimonierà a favore dell'imputata il detective investigativo Warner Wallace. Non è un attore, ma una persona reale che recita la parte di se stesso. Quando era ateo ha applicato ai quattro vangeli le tecniche usate nei processi per verificare l'attendibilità dei testimoni e dimostrare che il Vangelo era inventato, ma si è dovuto ricredere. Nel film dichiara: «Non ero cristiano, ma lo sono diventato perché ho verificato che ciò che è scritto nei vangeli è evidentemente tutto vero!» La sua testimonianza impressiona molto la giuria. Anche al termine di questo secondo episodio scorre l'elenco delle decine di casi reali di insegnanti finiti in tribunale.
Occorre precisare che sebbene questi film siano realizzati da protestanti, sarebbe ingiusto bollarli come contrari ai principi cattolici. Infatti, per i temi di fondo, come la morale cristiana, il coraggio della testimonianza e la difesa della fede in un mondo sempre più scristianizzato che perseguita i credenti, questi film possono essere tranquillamente visti con profitto anche dai cattolici.
Nel 2018 esce il terzo episodio: God's Not Dead: A Light in Darkness. I nuovi sceneggiatori rinnegano clamorosamente lo spirito originale del film. Stavolta al pastore David l'Università vuole togliere l'uso della chiesa che si trova nella sua proprietà. Il pastore in un primo tempo si oppone, ma alla fine accetta in nome dell'inclusione, del quieto vivere e dell'equiparazione di tutte le religioni. Un inno al politicamente corretto.

IL QUARTO FILM: WE THE PEOPLE
Il quarto episodio esce in America nell'ottobre 2021. Tornano gli sceneggiatori dei primi due episodi, Cary Solomon e Chuck Konzelman, che nel frattempo hanno scritto e diretto lo straordinario film Unplanned che narra la vera storia di Abby Johnson, la più giovane e promettente direttrice di Planned Parenthood che si è licenziata dopo aver visto la cruda realtà dell'aborto.
Ebbene il quarto film della serie dal titolo God's Not Dead: We the People tratta il tema dell'insegnamento parentale per resistere all'indottrinamento del sistema pubblico. In America oltre un milione di ragazzi vengono educati tra le pareti domestiche con ottimi risultati. Ultimamente anche in Italia si stanno diffondendo le scuole parentali e sono sempre più i genitori che tengono i figli a casa provvedendo direttamente alla loro istruzione.
Venendo al film, la trama inizia con una scena d'archivio tratta dalla realtà. Il presidente Ronald Reagan avverte il paese che "la libertà non è mai a più di una generazione dall'estinzione". Subito dopo si vedono alcuni genitori che stanno educando i propri figli a casa quando, un rappresentante dei servizi sociali gli fa visita e li denuncia alle autorità perché, a suo dire, l'insegnamento dei genitori non è sufficiente secondo presunti standard statali. Il giudice del tribunale concede ai genitori una settimana per dimostrare che la loro istruzione è adeguata o gli studenti saranno costretti a frequentare la scuola pubblica. In difesa della libertà di insegnamento interviene Dave, il pastore della chiesa locale che finirà a Washington per testimoniare, davanti a una sottocommissione del Congresso americano, l'importanza e la necessità dell'istruzione domestica.
Che dire di questo film? Rispetto al precedente c'è, senz'altro, una ripresa dello stile originario in difesa della libertà dei credenti di vivere secondo la propria coscienza. Inoltre, il film ha il merito di portare all'attenzione un tema decisivo dei nostri giorni: chi ha il diritto di educare i figli? Lo Stato o i genitori? E qual è il ruolo della Chiesa?
Purtroppo, nonostante i buoni propositi, il film non chiarisce su cosa sia fondato il diritto di educare i propri figli. Infatti, viene costantemente richiamata la costituzione degli Stati Uniti come se ci si potesse sentire protetti dalle leggi umane, per loro natura fragili e soggette sia ai mutamenti culturali, sia a interpretazioni contrastanti. Un altro difetto è che il film si conclude troppo presto con un lieto fine tanto improbabile, quanto poco argomentato. Insomma un'altra occasione sprecata per un tema che avrebbe meritato ben altra profondità.

IL QUINTO FILM: IN GOD WE TRUST
Ed eccoci all'ultimo episodio God's Not Dead: In God We Trust uscito nelle sale americane il 12 settembre 2024 a meno di due mesi dalle decisive elezioni presidenziali che hanno visto trionfare per la seconda volta Donald Trump.
Nel film il reverendo David Hill, che compare in tutti e cinque gli episodi di God's Not Dead, si trova stavolta di fronte a un interrogativo cruciale: c'è ancora posto per Dio nella vita pubblica?
Quando il governo decide di interrompere i finanziamenti a un rifugio per donne perché al suo interno si tengono corsi sulla Bibbia, il reverendo si rende conto che la goccia ha fatto traboccare il vaso e che è necessario agire. Quindi si candida per un seggio al Congresso non solo per garantire che i fondi pubblici siano destinati in modo equo e rispettino anche le realtà legate alla fede, ma soprattutto per combattere la visione laicistica e politicamente corretta. Per questo il reverendo si ritrova ad affrontare il senatore Peter Kane, un politico determinato a escludere qualsiasi manifestazione religiosa dalla sfera pubblica, con la illuministica concezione della separazione tra Stato e Chiesa come garanzia di una presunta neutralità istituzionale.
Il film pone l'accento su un dato significativo: negli Stati Uniti, circa 40 milioni di cristiani non partecipano alle elezioni, nonostante il loro contributo elettorale possa essere decisivo. Viene sottolineata l'importanza di risvegliare questa forza elettorale dormiente, dimostrando come il voto cristiano possa influenzare profondamente il panorama politico. Questo fenomeno è stato evidente anche nella rielezione di Donald Trump nel 2024, dove l'impegno dei credenti ha giocato un ruolo decisivo. Ad esempio i cattolici, che rappresentano il 22% dell'elettorato, fino alle elezioni presidenziali del 2020 avevano votato in parti uguali tra repubblicani e democratici. Invece nel 2024 il 60% circa dell'elettorato cattolico ha votato per Trump, mentre solo il 40% per l'avversaria democratica. Una differenza di una ventina di punti percentuali che in numero di voti è una quantità che risulta determinante, soprattutto negli stati in bilico.
God's Not Dead: In God We Trust sprona quindi i credenti a non rimanere spettatori passivi, ma a partecipare attivamente alla vita politica, riconoscendo il valore del loro contributo per difendere la libertà non sganciata dalla verità.
I primi due episodi di God's Not Dead, i soli tradotti in italiano, sono stati portati nel nostro Paese dalla Dominus Production, così come Cristiada, Unplanned e Sound of Freedom. È assolutamente meritoria la realizzazione di film come questi, da vedere in famiglia, per non lasciare che i nostri figli vengano indottrinati dai colossi di Hollywood che portano ad accettare la cultura woke e ad abbandonare il cristianesimo senza che nemmeno se ne accorgano.

TUTTO su God's Not Dead 1
Uno studente accetta la sfida di difendere la fede cristiana di fronte al suo professore ateo.
https://www.filmgarantiti.it/it/edizioni.php?id=53

TUTTO su God's Not Dead 2
Un'insegnante di storia preferisce stare con Dio ed essere giudicata dal mondo, piuttosto che stare con il mondo ed essere giudicata da Dio.
https://www.filmgarantiti.it/it/edizioni.php?id=86

TRAILER God's Not Dead 4: We The People
Il trailer è in inglese perché il film non è stato doppiato in italiano.
https://www.youtube.com/watch?v=YuMBAq-ROh4

TRAILER God's Not Dead 5: In God We Trust
Il trailer è in inglese perché il film non è stato doppiato in italiano.
https://www.youtube.com/watch?v=Y6eU802jGts

 
Titolo originale: Dio non è morto, nemmeno all'università
Fonte: La Bussola Mensile, marzo 2025