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Il rispetto umano, nell'uso comune, è un dovere che si esplica nei confronti dei nostri simili. Purtroppo, il rispetto che si dà al prossimo non viene dato alla Parola di Dio. Infatti, tanti, che si mostrano tiepidi nella testimonianza di fede, sono più rispettosi delle argomentazioni altrui che della Parola del Signore. Non è questo, però, l'oggetto della presente riflessione. Il nostro intento è quello di sottolineare la forza e l'efficacia che il rispetto umano esercita nel campo della fede, il cui influsso induce tanti cattolici a vergognarsi di essere tali ed a trascurare i doveri religiosi, contrariamente ai seguaci di altre credenze che, senza alcuna difficoltà, testimoniano apertamente il loro credo. Il rispetto umano, in sostanza, è un moto pernicioso del nostro interno che affiora quando è richiesta la manifestazione spontanea delle proprie convinzioni religiose, represse per vergogna o per timore di darne testimonianza.
IL CRISTIANO NON DEVE AVER TIMORE A MANIFESTARE LA SOTTOMISSIONE A CRISTO
Chi esercita una qualsiasi professione non si vergogna di esercitarla in pubblico o in privato. Se il cristiano ha ben radicato il senso della fede, non deve aver timore a manifestare, con atti esteriori, la sottomissione a Cristo. La vergogna ed il timore scaturiscono dalle disposizioni interne poco propense a recepire tutta l'efficacia della Verità che Gesù ha trasmesso alla Chiesa. Solo la Chiesa, infatti, può dare ai suoi figli i mezzi per superare le tentazioni che si rivelano particolarmente insidiose per coloro che hanno fragili convinzioni e carenti disposizioni a testimoniare la Parola del Vangelo.
La necessità di conseguire il fine ultimo della vita induce a tenere nella debita considerazione il principio Divino secondo cui la Chiesa cattolica è Maestra infallibile e guida sicura delle anime. Questa realtà soprannaturale, se debolmente recepita, non è in grado di potenziare la volontà di tanti battezzati, poco propensi a valorizzare i beni dell'anima, anche con la testimonianza forte e coraggiosa. Oggi non si denigra la Chiesa come avveniva un tempo; il mondo moderno si disinteressa di Dio o irride la pietà di tanti cristiani, che si accostano ai Sacramenti e si mostrano ossequiosi dei doveri religiosi. La derisione nell'essere considerati seguaci di Cristo rende alcuni fedeli timidi e timorosi, malgrado abbiano la certezza di possedere la fede.
Lo scopo del demonio è quello di condurre dalla vergogna all'indifferenza, per poi passare alla repulsione, all'ostilità e al disprezzo per le cose di Chiesa. Vergognarsi della religione vuol dire vergognarsi anche del suo Fondatore; in questo modo tanti cristiani perdono anche la cognizione del bene e del male, del lecito e dell'illecito. Non va sottovalutata l'ostilità che il laicismo riversa sulla spiritualità dei fedeli i quali, spesse volte, vengono dissuasi dal compiere il loro dovere di cristiani.
SERVIRE IL SIGNORE SIGNIFICA AFFRONTARE SOFFERENZE E PERSECUZIONI
Tra i più giovani, molti sono insidiati nella fede ed istigati ad abbandonarla; alcuni temono di esser additati come seguaci di Cristo. Le odierne aggregazioni culturali e scientifiche contrariano con ogni mezzo i convincimenti morali e le aspettative soprannaturali dei credenti, insistentemente forviati dai valori mistici che propongono la vita di perfezione. È ammirevole lo sforzo degli intellettuali cattolici i quali denunciano i pericoli che insidiano l'innocenza, il pudore, l'onestà, la fede dei battezzati il motivo per cui Dio ci ha creato è quello di amarLo, servirLo. Servire il Signore significa affrontare sofferenze e persecuzioni in vista della gloria futura. Tanti nel corso dei secoli hanno patito sofferenze per aver perseverato nella fedeltà a Dio. Le derisioni e le beffe non devono condizionare la nostra fede. Anzi, bisogna essere pronti a sostenere anche le persecuzioni e ad offrire la vita per amore di Gesù. Le contrarietà e le afflizioni provano che siamo nella verità, nel bene e nell'unione con Lui.
Nota di BastaBugie: seguono alcune considerazioni di P. Stefano Maria Manelli, fondatore dei Francescani dell'Immacolata, tratte da "Maggio, mese di Maria", Casa Mariana Editrice, Roma 2003. Infine abbiamo aggiunto un esame di coscienza circa il rispetto umano.
IL RISPETTO UMANO
Il rispetto umano è una piaga della vita cristiana. Ed è una piaga di molti, di troppi cristiani.
Dove si vede Dio offeso, Gesù oltraggiato, la Madonna e i santi maltrattati, bisognerebbe vedere i cristiani coraggiosi e coerenti che fanno muro di difesa e di onore alla loro Fede.
Invece, quanto coniglismo e quanta viltà di animo! Addirittura, quanto sforzo di nascondersi fra gli stessi nemici della Fede, per paura di essere scoperti e segnati a dito!
È vero che oggi, in questo mondo corrotto, in questa società scandalosa e beffarda, dominata dall'ateismo più animalesco che si possa concepire, occorre davvero gran coraggio per essere coerenti.
Ma non è forse questo un motivo in più perché i cristiani, lungi dal nascondersi, si facciano avanti a testimoniare con energia la loro fede «che vince il mondo» (Gv 5,4)?
Coloro che si vergognano, che hanno paura di apparire come veri cristiani, hanno più le vesti da vili traditori che da discepoli di Cristo.
Contro costoro c'è la parola tagliente e terribile di Gesù: «Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi» (Mc 8,38).
«PESCATORI E PESCATRICI»
Nella lotta contro il protestantesimo che rovinava la fede di tanti cristiani con le sue eresie dottrinali e morali, san Carlo Borromeo volle istituire grandi scuole di catechismo e di istruzione religiosa per il popolo. Ebbe bisogno di cristiani laici coraggiosi. Li trovò, uomini e donne. Li divise nei due gruppi dei «pescatori» e delle «pescatrici», e organizzò i giri apostolici per le case, per le strade, per i campi. Era uno spettacolo di vera fede vedere questi cristiani coraggiosi all'opera per testimoniare Gesù Cristo e annunciare il suo Vangelo puro, senza errori.
Ogni cristiano dovrebbe far suo, con fierezza, il grido di san Paolo: «Non mi vergogno del Vangelo» (Rm 1,16). Dovunque. In casa o fuori. Negli uffici o nelle scuole. Tra gli amici e tra i nemici. «I veri cristiani – diceva san Gregorio Magno – sanno morire, ma non transigere». E dovrebbe bastare il ricordo dei gloriosi martiri, sempre vivi nella Chiesa celeste e terrestre. La loro gloria conferma luminosamente la parola di Gesù: «Chi vorrà salvare la propria vita la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà» (Mc 8,35).
SI VERGOGNANO...
Che cosa dire, adesso, di molti cristiani che per rispetto umano mancano persino ai loro doveri fondamentali?
Si vergognano di farsi il segno di croce e di recitare qualche preghiera mattino e sera, o prima dei pasti.
Si vergognano di entrare in una chiesa a pregare, di avere la corona e di recitare il Rosario, di salutare un'immagine sacra nelle edicole.
Si vergognano di andare a Messa. Si vergognano di confessarsi. Si vergognano di ricevere la Santa Comunione.
Si vergognano di riprendere chi bestemmia o profana cose sacre. Addirittura, alcuni arrivano a vergognarsi di... non bestemmiare!
Si vergognano di difendere la loro fede dagli attacchi e dagli insulti dei nemici; e magari si vergognano di essere considerati ancora cristiani... Si vergognano di non leggere stampe per sporcaccioni, di non vedere cinema immondi, di non seguire le nuove mode invereconde.
Si vergognano di rimproverare chi dà scandalo, chi offende e dileggia la morale evangelica. Arrivano a vergognarsi di opporsi all'aborto, al divorzio, alla pillola contro la vita umana. Si vergognano, si vergognano... Pare che non sappiano fare altro!
CHI NON SI VERGOGNA
Ancora giovanetto, san Bernardino da Siena fu invitato una volta da uno zio a casa sua. Andò, ma vi trovò anche altre persone che nella conversazione con facilità parlavano scorrettamente. Pronto e risoluto, san Bernardino disse allo zio: «O questi signori cambiano modo di parlare, o io me ne vado via!». Lo zio avvertì gli ospiti, e il linguaggio non fu più scorretto.
Ma dovunque si trovava, san Bernardino non solo non aveva neppure l'ombra del rispetto umano, ma era lui che incuteva rispetto a tutti. Anche i suoi compagni lo sapevano bene, e se talvolta si lasciavano andare a qualche discorso non corretto al solo veder arrivare san Bernardino, dicevano fra loro: «Smettiamo, arriva Bernardino».
San Giuseppe Moscati, ugualmente, fu un cristiano pieno di luce ed esercitava un fascino indescrivibile con la testimonianza della sua fede viva. Chi voleva, poteva vederlo ogni mattina fermo e raccolto in chiesa per due ore di preghiera. Sulla cattedra, prima di iniziare l'insegnamento, esortava sempre gli studenti a innalzare la mente al «Signore Dio delle scienze» (1 Sam 2,3). Non appena suonava l'Angelus, interrompeva ogni discorso e anche la visita medica, invitando tutti i presenti a recitare con lui l'Angelus.
Quale forza e trasparenza di fede vissuta in lui! Altro che i meschini rispetti umani della nostra fede da vili complessati...
NON VERGOGNARSI DI LEI
«Fammi degno di lodarti, o Vergine Santa!».
Contro ogni rispetto umano, contro ogni paura o viltà, debbo e voglio lodare la Madonna, che è mia Madre.
Non solo non mi vergognerò di Lei, ma voglio difenderla e glorificarla, voglio amarla e farla amare, dovunque, con passione filiale sempre ardente.
Posso guardare a tutti i santi, paladini di amore vibrante verso la celeste Madre e Regina. Ma guardo in particolare a san Massimiliano M. Kolbe, a questo apostolo e vittima dell'Immacolata, il quale non solo non si vergognò mai dell'Immacolata, ma volle consumarsi totalmente per Lei, fino a essere considerato esaltato e folle, anzi, fino a chiamarsi da se stesso «folle dell'Immacolata».
P. Stefano Maria Manelli FI
ESAME DI COSCIENZA CIRCA IL RISPETTO UMANO
Concludiamo questa nota con alcuni spunti per l'esame di coscienza:
- Per debolezza, mi sono conformato alle opinioni o al modo di agire degli altri, sacrificando la mia coscienza?
- Ho saputo rinunziare a una conversazione interessante, a una compagnia a me simpatica, ma che avrebbe fatto del male all'anima mia?
- Mi sono allontanato subito da un gruppo, in cui si mormorava?
- Ho omesso qualche mio dovere o pratica di devozione, per timore di quanto si sarebbe pensato o detto di me?
- Quante volte ho avuto il coraggio di dire o di fare il contrario di chi mancava al suo dovere?
- Per timore o per vergogna, mi sono lasciato sfuggire qualche occasione di mostrarmi cristiano?
- Per fiacchezza di carattere, ho tralasciato di parlare di cose spirituali?
- Per rispetto umano, mi sono astenuto di fare una preghiera, o di mortificarmi in qualche cosa?
- Ascoltando qualcosa d'inopportuno, ho protestato almeno con un contegno freddo e riservato?
- Ho avuto il coraggio di prendere la difesa dell'autorità o della riputazione altrui?
- Ho omesso di avvertire, di correggere, di denunciare chi di dovere?
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