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L'ODIO PER I CATTOLICI ALLE ORIGINI DEGLI USA
La maggioranza WASP (White, Anglo-Sassone, Protestante) ha ostracizzato per molto tempo il cattolicesimo, ma poi lentamente e inesorabilmente questo si è fatto strada
di Rino Cammilleri

I Padri Pellegrini, ritenuti paleofondatori degli Stati Uniti, erano protestanti così fanatici da venire scacciati dai protestanti egemoni, che mal sopportavano chi era più fanatico di loro. E i Pilgrim Fathers traversarono l'oceano per trovare una terra in cui uno fosse libero di fare il fanatico come gli pareva. Da qui un Paese letteralmente fondato sulla libertà di religione. Naturalmente, le cose non andarono esattamente nel modo semplicistico con cui le abbiamo tratteggiate, ma nel complesso sì.
I Fondatori posero fin da subito delle eccezioni: libertà per tutti, tranne che per i pagani e i papisti. I pagani erano gli indiani, che nell'America del Sud si chiamavano indios. Questi, gli spagnoli li evangelizzarono come da patto col Papa, che aveva dato ai Re Cattolici il permesso di colonizzare il Nuovo Mondo purché si facessero carico della cristianizzazione dei nativi. E così fu, tanto che, ancora oggi, i nomi delle città statunitensi nei territori sottratti al Messico già spagnolo armi in pugno suonano San Antonio, Los Angeles, Sacramento, Corpus Christi, Santa Fe, San Diego, San José, San Francisco, eccetera. Tutte sorte attorno a missioni francescane, le più delle quali create dal beato Junìpero Serra (la cui statua in Campidoglio è l'unica id un frate papista). I Conquistadores, controllati a vista dai loro cappellani, sposarono donne azteche e incas, tanto che oggi il Sudamerica è completamente meticcio.

AL NORD IL TRIONFO DEI WASP
Non così fu al Nord, dove, Pocahontas a parte, i coloni non si mischiarono con i nativi. Infatti, oggi, nel melting pot americano l'etnia pellerossa è ridotta a pochi esemplari. L'altro divieto era per il papismo, et puor cause: il protestantesimo era appunto una separazione indignata dalla casa - madre cattolica, da Lutero in poi presentata come sentina di ogni errore e corruzione. Perciò ci vollero un paio di secoli prima che i cattolici venissero ammessi alla vita comune. Finché la maggioranza fu wasp (white, anglo - saxon, protestant), l'ostracismo nei confronti dei cattolici permase (il KuKluxKlan annovera i papisti, con gli ebrei e i neri, tra i nemici della nazione americana: il governo si decise finalmente a prendere provvedimenti quando nell'indiana vide scontrarsi per vari giorni studenti cattolici dell'Università di Notre Dame e militanti del KKK). Uno dei motivi per cui gli Usa con la guerra del 1848 non si annessero l'intero Messico, fu che l'immissione di milioni di cattolici negli States avrebbe sovvertito gli equilibri di un Paese wasp. Basti pensare agli irlandesi arruolatisi per fame nell'esercito americano: trattati con disprezzo perché papisti, nel 1848 molti di loro passarono coi messicani (cattolici e antischiavisti) e costituirono il battaglione San Patricio. Quelli che sopravvissero furono marchiati a fuoco sulla faccia e impiccati come traditori (a questo e a quel che segue abbiamo dedicato specifiche puntate de Il Kattolico). Ci volle tempo e la pazienza dei missionari papisti, che aprivano scuole (boicottate) anche agli indiani e ai neri. Santi come Catherine Drexel, una convertita che diede fondo alle sue grandi ricchezze per assistere gli ultimi (il celebre vibrafonista Lionel Hampton, bambino nero di strada, dovette alle sue suore istruzione ed educazione). Ci vollero figure come suor Blandina Segale, mandata nel selvaggio West, che lo stesso Billy The Kid rispettava. Una vita di contrasti, perché ovunque andasse i wasp le vietavano l'insegnamento o l'assistenza ospedaliera. O padre Giuseppe Bixio, fratello del garibaldino Nino: gesuita, si accorse subito che gli indiani erano trattati come subumani e ne prese le difese. Alla Guerra di Secessione si arruolò come cappellano tra i Confederati e si rese protagonista di imprese leggendarie. A guerra finita scampò alla vendetta nordista perché aveva sempre soccorso i feriti di ambedue i lati.

GLI ITALIANI E I LATINOS
Proprio quella guerra portò altri cattolici in terra americana. Si trattava dei borbonici sconfitti, cui venne offerto l'arruolamento nei ranghi della Confederazione, a corto di uomini rispetto al più popoloso Nord. Quella nostra gente si ritrovò sconfitta di nuovo e per avere combattuto per il Sud. Ma, non avendo dove andare, rimase in terra americana. Così come gli unici due sopravvissuti alla celebre battaglia di Little Big Horn, quando gli indiani sterminarono il Settimo Cavalleria di Custer: Giovanni Martini, sergente trombettiere, e il tenente Carlo Di Rudio. Il primo era stato mandato, inutilmente, a cercare soccorsi. L'altro era un ex carbonaro, compagno di quel Felice Orsini che aveva attentato alla vita di Napoleone III. Scappato in America, come tanti altri cospiratori europei era stato arruolato e mandato negli avamposti più lontani (così il governo si liberava delle teste calde esperte nell'arte di cospirare: non si sapeva mai). Lentamente, l'immigrazione dei latinos, soprattutto messicani, fece il resto portando alla situazione odierna, con il cattolicesimo divenuto numericamente la prima religione negli States, se si tiene conto che il protestantesimo è parcellizzato in miriadi di denominazioni diverse, ciascuna delle quali sempre in procinto di sdoppiamento per scisma.
Si aggiunga un altro non trascurabile fenomeno: le conversioni. Tutto l'Ottocento vide un flusso pressoché continuo di conversioni di protestanti al cattolicesimo, laddove il percorso era praticamente inesistente. Personaggi leggendari come Buffalo Bill, Toro Seduto, Kit Carson e Alce Nero si fecero battezzare cattolici. Ciò era dovuto anche allo spettacolo dell'abnegazione del clero cattolico nei confronti dei più sfortunati, indipendentemente dal colore della pelle. Nella Guerra Civile le suore cattoliche si erano prese instancabilmente cura dei feriti di entrambe le parti. E, a guerra finita, il Papa Pio IX aveva mandato la sua benedizione con un rosario al Presidente sudista Jefferson Davis in carcere. Moltissimi nativi e altrettanti ex schiavi neri poterono studiare e acquisire dignità grazie alle istruzioni che la Chiesa cattolica, pur tra mille difficoltà e boicottaggi, aveva fatto sorgere in terra americana. Si pensi anche all'assistenza agli immigrati europei, di cui santa Francesca Cabrini è di fatto il simbolo. Con la crisi della patata del 1847 e le spietate politiche economiche degli occupanti inglesi, un milione di irlandesi morirono di fame e un altro milione sbarcò in America. Tutti cattolici. Poi venne il turno dei contingenti italiani (negli anni a cavallo del Novecento, più di cinque milioni di nostri connazionali sbarcarono a Ellis Island in fuga dalla fame in cui l'Italia "piemontese" li aveva precipitati). Il tutto mentre non si arrestava il fenomeno delle conversioni individuali a cui abbiamo accennato. Mostri sacri dell'intrattenimento come Bing Crisby (è sua la canzone più venduta di sempre, White Christamas), John Wayne, Gary Cooper (una figlia suora), Jane Russel, Loretta Young, Dolores Hart ("fidanzatina" cinematografica di Elvis Presley: finì monaca di clausura), ma anche Babe Ruth (il più grande giocatore di tutti i tempi dello sport più americano che ci sia, il baseball, il generale Lewis Wallace (l'autore di Ben Hur), e si potrebbe continuare per pagine. Infatti, ci vorrà un'altra puntata.

 
Titolo originale: L'odio per i papisti alle origini degli Usa
Fonte: Il Timone, giugno 2022 (n. 218)