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OMELIA II DOMENICA DI AVVENTO - ANNO B (Mc 1,1-8)
Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri
da Il settimanale di Padre Pio

In questa seconda domenica d'Avvento siamo invitati a preparare le vie per il Signore che deve venire. Il profeta Isaia grida: «Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati» (Is 40,3-4). Queste parole erano dirette al popolo d'Israele e preannunziavano il suo ritorno dall'esilio. Inoltre, queste parole sono rivolte anche a noi e si riferiscono alla liberazione dalla schiavitù del peccato. È Lui, il nostro Salvatore, «che fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul seno, e conduce dolcemente le pecore madri» (Is 40,11). Gesù è questo Buon Pastore che ama le sue pecorelle fino a dare la vita per loro.
Il Profeta Isaia invita a diffondere il lieto annunzio della salvezza con queste ispirate parole: «Consolate, consolate il mio popolo [...] parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta» (Is 40,1). Con la venuta del Messia su questa terra è finita la schiavitù del peccato e noi siamo finalmente liberi. Questa realtà è motivo di grande consolazione. Da parte nostra, tuttavia, dobbiamo accogliere questo dono della salvezza, preparando le vie al Signore. L'amore ci deve spingere a migliorare la nostra vita, a diventare più buoni. Se davvero ameremo il Signore, sentiremo il desiderio di vivere secondo i suoi insegnamenti, evitando il male e compiendo sempre il bene.
Questo proposito, per quanto forte, non potrà mai essere messo in pratica con le sole nostre forze. Da parte nostra sentiremo la necessità di evitare il peccato, ma avvertiremo anche tutta la nostra fragilità e incostanza. Dovremo pertanto invocare l'aiuto di Dio, senza il quale non riusciremo di certo a riordinare la nostra vita. Il profeta Isaia dice: «Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati» (Is 40,4). Siamo noi quel terreno accidentato, di cui parla il Profeta, che si deve trasformare in pianura (cf Is 40,4).
Nel Vangelo di oggi il grido di Isaia è ripetuto da Giovanni Battista. Egli rivolge a noi questo appello: «Voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri» (Mc 1,3). Le folle rimanevano incantate dal Precursore di Gesù, e facevano penitenza. San Giovanni Battista «proclamava un battesimo di conversione» (Mc 1,4), «accorrevano da tutta la regione» (Mc 1,5), «e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati» (ivi).
Il Battesimo amministrato da san Giovanni Battista non era come quello istituito da Gesù Cristo, era un invito alla conversione, una esortazione a riconoscere i propri peccati, un incitamento a cambiare radicalmente vita. Questo invito vale anche per noi. In questo tempo d'Avvento dobbiamo trovare la forza di rivedere la nostra vita e di conformarla al Vangelo. La base di questo cambiamento è un atto d'umiltà: il riconoscimento del nostro peccato. Ecco perché, in questo periodo, sarà una cosa molto bella ricorrere al sacramento della Confessione, in modo da purificarci interiormente.
San Giovanni Battista viveva in prima persona ciò che predicava agli altri. Innanzitutto conduceva una vita penitente, nel deserto; il suo vestito era fatto di peli di cammello, e il suo cibo era costituito da «cavallette e miele selvatico» (Mc 1,6). La sua condotta di vita confermava molto bene le infuocate parole che rivolgeva alle folle. San Giovanni Battista ci dà soprattutto un esempio di umiltà. Egli poteva approfittare facilmente della notorietà raggiunta, lasciando pensare alla gente che era lui il Messia atteso. Al contrario, egli proclama: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi e slegare i lacci dei suoi sandali» (Mc 1,7).
Se vogliamo avvicinarci a Gesù, dobbiamo abbassarci con l'umiltà. Insegnava san Bonaventura che, come l'acqua tende al basso e confluisce alle valli, così la grazia divina si riversa sulle anime umili che si fanno piccole. Come san Giovanni Battista anche noi dobbiamo "diminuire", affinché "cresca" sempre di più in noi Gesù.
Il tempo di Avvento è tempo di preparazione e di attesa. In questa attesa dobbiamo essere vigilanti, perché, come dice san Pietro nella seconda lettura, «il giorno del Signore verrà come un ladro» (2Pt 3,10). Il Principe degli Apostoli ci invita a vivere in santità, assidui nella preghiera; solo così, in quel giorno, saremo trovati preparati.
L'Avvento è tempo anche di penitenza. San Francesco insegnava ai suoi frati di prepararsi al Natale con una speciale Quaresima che va dalla festa di Tutti i Santi fino alla Natività del Signore. Il Santo di Assisi trascorreva questa Quaresima nel digiuno e nella preghiera. San Francesco prese alla lettera l'invito di san Giovanni Battista e scrisse nel suo Testamento: «Il Signore concesse a me, frate Francesco, d'incominciare così a fare penitenza [...] e ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza di anima e di corpo» (FF 110). Tutto cominciò per lui con la penitenza e, grazie ad essa, tutto quello che prima era per lui causa di disgusto, come l'incontro con i lebbrosi, divenne poi amabile.
La penitenza è come una medicina per l'anima. Impegniamoci anche noi, cerchiamo di essere generosi, offrendo qualche sacrificio, soprattutto se unito ad un'opera di carità. Così ci prepareremo nel modo migliore a celebrare il Natale ormai vicino.

 
Fonte: Il settimanale di Padre Pio