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QUELLO CHE FINI NON SA (2)
Pio XI strigliò scuole e università sulle leggi razziali
di Fortunato Turrini

Le persone più attente hanno seguito le reazioni a quanto affermato dal presidente della Camera Gianfranco Fini. Qualcuno si è rafforzato nell’idea che la Chiesa nulla ha fatto contro le Leggi razziali del 1938. Per rinfrescare la memoria di questi storici improvvisati, cito per intero la lettera inviata ai rettori delle Università e Scuole di Teologia cattoliche per ordine di papa Pio XI già nell’aprile di quell’anno. Pio XI non poteva dare ordini alle Università statali: perciò scrisse a quante erano legate alla Chiesa cattolica, con parole molto chiare. Il testo è in latino: chi lo volesse leggere nell’originale può consultare l’Istruzione della Sacra Congregazione dei Seminari e delle Università, in Archivio Segreto Vaticano, N° di Prot. 356/38 del 13 aprile 1938, quindi alcuni mesi prima della legislazione fascista. Qui la riproduciamo in italiano.
 «Reverendissimo Signore, alla vigilia del Natale dello scorso anno, l’Augusto Pontefice felicemente regnante parlò con sofferenza agli Eminentissimi Cardinali e ai Prelati della Curia Romana riguardo alla pesante persecuzione dalla quale è afflitta la Chiesa cattolica in Germania, come tutti sanno. Ciò che però affligge particolarmente l’animo del Beatissimo Padre è il fatto che per giustificare una così grande ingiustizia, persone senza scrupoli portano calunnie e dottrine assai pericolose, che passano sotto il falso nome di scienza, diffondendole ampiamente nel tentativo di corrompere le menti e sradicare la vera religione. Data la situazione, questa Sacra Congregazione ammonisce le Università degli studi e le facoltà cattoliche a dirigere ogni loro attenzione e sforzo per difendere la verità contro gli errori dilaganti. E di conseguenza i professori, con tutte le energie, traggano con cura dalla bio-logia, dalla storia, dalla filosofia, dall’apologetica, dalle discipline giuridico-morali le armi per controbattere validamente e consapevolmente i dogmi assolutamente assurdi che seguono:
1) Le razze umane, per loro indole innata e immutabile, differiscono tra loro così tanto, che la razza umana più bassa dista dalla razza migliore più di quanto si diversifichi dalla specie animale più evoluta.
2) Il vigore della razza e la purezza del sangue devono essere preservate e favorite in qualsiasi modo; ogni mezzo indirizzato a questo scopo è onesto e lecito.
3) Dal sangue, dal quale l’indole della razza trae la sua sostanza, fluiscono tutte le qualità intellettuali e morali dell’uomo come dalla sorgente essenziale.
4) Fine principale dell’educazione è di sviluppare il carattere della razza e di infiammare l’animo di un amore ardente per la propria razza, che va ritenuta il massimo bene.
5) La religione è sottomessa alla legge della razza e va adattata ad essa.
6) La fonte prima e la massima regola di ogni ordinamento giuridico è l’istinto della razza.
7) Non esiste altro che il Kosmos, o Universo, Ente vivo; tutte le cose, compreso l’uomo, niente altro sono che diverse forme dell’Universo Vivente che si succedono attraverso lunghe ere.
8) I singoli uomini non esistono se non per lo 'Stato' e a motivo dello 'Stato'; ogni diritto che loro spetta deriva unicamente da una concessione dello Stato. Chiunque può aggiungere facilmente altre cose a queste tremende opinioni.
Il Nostro Santissimo Signore, il Prefetto della Sacra Congregazione, sa con certezza che tu, Reverendissimo Signore, non lascerai nulla di intentato perché quanto è ordinato con la presente lettera dalla Sacra Congregazione sia pienamente portato a termine».

 
Fonte: Avvenire, 6 gennaio 2009